Negli anni Cinquanta Russell Kirsch, un ingegnere informatico statunitense, lavorava al National Bureau of Standards, un’agenzia governativa che si occupa dello sviluppo e della gestione delle tecnologie . Nel 1957, in pratica, Kirsch era una delle poche persone negli Stati Uniti a poter lavorare con l’unico computer programmabile esistente, e in primavera fu il primo a digitalizzare una fotografia con uno scanner: prese una foto di sé stesso mentre reggeva in braccio suo figlio di tre mesi, Walden, e la ritagliò in modo da tenere soltanto il volto del figlio. Il magazine statunitense Atlantic ha raccolto alcuni pezzi della storia di quella immagine in bianco e nero, che – per l’importanza che poi ebbe negli sviluppi della fotografia digitale – nel 2003 fu anche inserita dal magazine Life nella lista delle “100 fotografie che hanno cambiato il mondo”.
All’epoca in cui la foto fu scattata e poi digitalizzata, Kirsch e i suoi colleghi avevano sviluppato solo da qualche anno il primo computer, lo Standards Eastern Automatic Computer (SEAC).
Per acquisire l’immagine di suo figlio Walden, Kirsch utilizzò un primo rudimentale scanner a tamburo, che scomponeva idealmente l’immagine in piccoli quadrati e trasmetteva e traduceva in forma binaria – 1 o 0 – l’informazione contenuta in ciascuno di quei piccoli quadrati (pixel).
L’immagine digitale di Walden Kirsch aveva una dimensione di 176 pixel per lato. La dimensione della fotografia acquisita era di cinque centimetri per cinque. La profondità era di un solo bit per pixel, e la foto era stata acquisita in bianco e nero, senza scala di grigi.
Fonte: www.ilpost.it